
Autore: Archpriest Andrew Phillips
Fonte: Orthodox England Le
gravi colpe di Nicola II Romanov vanno attribuite alle sue qualità:
bontà, generosità d'animo, gentilezza, lealtà, grande cultura,
capacità di comprendere la gente. Si potrebbe controbbattere dicendo
che era un autocrate, ma Nicola aveva fatto chiarezza con i suoi
discorsi, spiegando in che modo avrebbe esercitato questo potere:
completa dedizione alle necessità del popolo e della Nazione. Gli
“strumenti di misura” europei e occidentali in genere sono inadatti
per capire la Russia, anche e soprattutto la cosiddetta autocrazia
dei Romanov. Un autocrate occidentale non avrebbe dato l'incarico di
Primo Ministro ad un riformatore come Pyotr Stolypin.
Gli eventi rivoluzionari, che ebbero luogo durante il periodo in cui
governò, erano già stati organizzati da tanto tempo e finanziati da
vari Paesi stranieri, interessati a sconvolgere una Nazione che era
la Terra dei Monasteri. Dava molto fastidio la religiosità del
popolo e dei governanti, davano molto fastidio le idee
socialdemocratiche dei Romanov, che erano state anche le idee dei
Rurik, governanti della Russia per sette secoli. Disturbava un Paese
che poteva creare danno ai nuovi poteri mondiali, specialmente a
quelli economici.
Fin dall'antichità, quando negli altri Paesi, innanzi tutto europei,
non c'era democrazia, in Russia la qualità della vita di ogni
individuo era buona.
Furono gli stili di vita occidentali che andarono ad inquinare il
rigore morale dei Romanov. Comunque, senza dubbio, la sconfitta di
Napoleone determinò l'inizio delle ostilità nei confronti della
Russia e dei Romanov. Dopo quella sconfitta ad opera della forza di
carattere del popolo russo e del suo esercito, guidato dal generale
Michail Illarionovič Goleniščev-Kutuzov e da Alessandro I Romanov, i
nuovi poteri mondiali compresero quanto pericolosa potesse divenire
l'influenza della Russia antimaterialista, religiosa, che dava
importanza al fattore umano.
La “Santa Alleanza”, concepita e voluta soprattutto da Alessandro I
Romanov per un'Europa unita secondo i principi cristiani, dando
rilevanza agli individui, non piaceva affatto a chi portava avanti
altri principi, fondati sul materialismo esasperato, su una società
classista priva di qualsiasi spiritualità, adoratrice del dio
quattrino.
Dopo settanta anni di dittatura sovietica, con tantissimi individui
calpestati in nome di una collettività inesistente, possiamo davvero
ricordare le profezie di San Serafino di Sarov. Questo Sant'uomo
aveva profetizzato un tempo in cui avrebbero trionfato gli uomini
fuori legge. Lo zar sarebbe stato ucciso assieme a tutta la sua
famiglia.
Serafino scrisse una lettera, contenente le profezie, e lasciò detto
di consegnarla allo zar che sarebbe stato presente a Sarov nel 1903.
Nicola II si recò a Sarov in quell'anno per assistere alla cerimonia
di canonizzazione di Serafino. La lettera gli venne consegnata.
Pertanto Nicola II era perfettamente a conoscenza delle profezie che
lo riguardavano. E' la storia di un Santo che si desidera raccontare
quando si parla di questo zar così drammaticamente e volutamente
incompreso.
Va inoltre ricordato che né la schiavitù né la servitù, che
annullava l'essere umano, esistevano in Russia. Queste terribili
realtà erano molto diffuse nei Paesi europei. Per adeguarsi allo
stile di vita europeo, venne introdotta in Russia la servitù, non la
schiavitù. Questa forma di potere oppressivo fu abolita duecento
anni dopo, prima dell'abolizione negli Stati Uniti, Paese che di
solito i libri di Storia citano spesso, definendolo un esempio di
democrazia.
Ci si può chiedere se a qualcuno piacerebbe venir definito stupido e
debole, credo proprio di no, anche se, vivendo in una società in cui
la diffamazione è molto utilizzata, talvolta bisogna fare buon viso
a cattivo gioco. Ebbene, Nicola II non era né stupido né tanto meno
debole eppure tantissimi libri di Storia e studi storici con firme
“autorevoli” lo definiscono così. E' logico ed evidente che per
demolirlo non è stato sufficiente ucciderlo, ma fu anche necessario
infangarne la memoria….
Durante il periodo in cui governò la Russia, Nicola II dovette
fronteggiare guerre e problemi di ogni tipo, riuscì ad andare avanti
e nominò come Primo ministro Pyotr Stolypin, che con le sue riforme
portò il Paese ad una grande crescita economica, tanto che la Russia
entrò a far parte dei cinque Paesi maggiormente sviluppati al mondo.
Tutto questo, se lo consideriamo attentamente, ci dimostra che
Nicola II non era affatto debole.
Va detto che la politica socialdemocratica di Stolypin e Nicola II
non piaceva molto a parecchi nobili russi.
La nobiltà è sempre stata un grave fardello per chi governa,
ricordiamo che in tempi più recenti il giovane re Baldovino del
Belgio si sbarazzò della “corte salottiera”, è quanto voleva fare
anche Nicola II. La zarina Alessandra si allontanò da certi ambienti
di San Pietroburgo proprio perché aveva dei sani principi morali,
non perché era isterica. Alessandra non interferì mai con le scelte
politiche del marito, possiamo dedurlo dalle lettere private che lei
e lo zar si scambiavano. Per denigrare Nicola II e tutta la sua
famiglia fu molto utilizzata, e ancora adesso viene utilizzata la
figura di Rasputin. Una certa nobiltà russa e agenti stranieri
cercarono di corrompere Rasputin, gli davano molto denaro e lo
facevano bere, per poi attribuirgli il vizio dell'alcool.
Rasputin visse in Siberia fino al 1914 e si recava a far visita alla
famiglia Romanov solo quando lo zarevich era molto ammalato.
Per accusare Nicola II, si fa anche spesso riferimento alla
moltitudine di gente che era accorsa al Campo di Chodynka, per
vederlo dopo l'incoronazione, migliaia di persone morirono.
Cerchiamo di capire cosa accadde, leggendo la relazione del Conte
Mario di Carpegna, che faceva parte della delegazione della Santa
Sede, inviata a Mosca in occasione dell'incoronazione di Nicola II.
Il Conte ci spiega che qualche giorno dopo la cerimonia, la gente si
recò a vedere il nuovo zar, anche per ricevere i tradizionali doni
di buon auspicio: un bicchiere istoriato, un pezzo di tela, un
rublo. Le persone, provenienti da tutta la Russia, avanzarono su un
terreno interrotto da fossati, il Campo di Chodynka, prima che si
potesse controllare l'imponente movimento della folla, migliaia di
persone erano morte.
Il Conte di Carpegna ricevette l'incarico di prendere annotazioni ed
appunti, per scrivere una relazione sull'incoronazione di Nicola II
e tutte le altre cerimonie. La Cronaca è molto dettagliata, il Conte
descrive come Nicola e Alessandra furono sconvolti a causa di quanto
era accaduto e, malgrado questo infausto evento, si dovette
proseguire con le cerimonie organizzate.
Sorge il dubbio che anche questa tragedia, sfruttata assai abilmente
dai rivoluzionari, sia stata abbastanza “preparata”. Poi non fu
possibile contenere la folla ... ma perché era stata “ condotta” in
quel posto non accessibile? Tante persone erano arrivate da altre
zone della Russia, non conoscevano Mosca, forse la folla fu
“portata” in quel Campo dove c'erano i fossati….
Lo zar offrì a tutte le persone che avevano dei parenti feriti o
deceduti in quella terribile circostanza una grande somma di denaro.
Purtroppo anche negli appunti del Conte di Carpegna, raccolti in
seguito in un libro, si avverte in certe frasi la sua provenienza da
un altro Paese, l'Italia, un Paese i cui centri di potere erano
diffidenti e non volevano comprendere la Russia, la sua Storia e le
tradizioni, è ovvio che in tale contesto i governanti russi
venissero considerati da un punto di vista errato a causa della
diffidenza, ma anche la profonda e preziosissima religione ortodossa
incontrava molti pregiudizi italiani.
Va evidenziato e va evidenziato bene che fu Nicola II il primo
governante a proporre a Le Hague il disarmo internazionale. L'ONU si
ispirò a tante buone idee di Nicola II.
L'imperialismo giapponese, aiutato in modo subdolo da altri Paesi,
attaccò la Russia improvvisamente nel 1904. L'esercito russo era
impreparato a combattere quella guerra.
Quando ci si accinge a cercare di capire cosa davvero avvenne in
Russia, durante gli anni del terrorismo e della rivoluzione, è
impressionante dover comprendere come certi Paesi e i loro
governanti possano venir facilmente spazzati via dalla forza
politica e diffamatoria di tanti, troppi poteri più o meno occulti.
Un agente straniero, il frate Georgy Gapon, organizzò la famosa
rivolta della “Domenica di sangue.” (22 gennaio 1905)
Gapon si ucccise l'anno dopo.
In quel giorno lo zar e tutta la sua famiglia si erano allontanati
da San Pietroburgo per motivi di sicurezza, avevano subito un
attentato tre settimane prima, e miracolosamente erano vivi.
Gapon raggruppò tante teste calde, bruciarono veicoli, danneggiarono
negozi ed edifici, gli abitanti di San Pietroburgo erano spaventati,
l'esercito tragicamente aprì il fuoco e uccise 92 persone, lo fece
per difendere gli abitanti che si erano barricati in casa
terrorizzati.
La propaganda occidentale fa sempre riferimento a migliaia di
persone uccise e ovviamente il gruppo di fanatici, guidati da un
agente straniero, diventa rappresentativo della città, logicamente
non si dice che terrorizzò tutti gli abitanti.
E' molto eloquente quanto la zarina Alessandra annotò sul suo
diario:” La folla sapeva che Nicky non era in città e che le truppe
sarebbero state obbligate a sparare. San Pietroburgo è una città
marcia.”
I libri storici evidenziano sempre che era stata organizzata la
manifestazione, perché si desiderava consegnare allo zar una
petizione e i rappresentanti di coloro che manifestavano volevano
parlare con lui, ma Gapon sapeva che quel giorno lo zar non era a
San Pietroburgo….
E' chiaro che si approfittò della sua assenza e del fatto che in
caso di assenza dello zar, le forze dell'ordine sarebbero state
costrette a sparare, quindi coloro che organizzarono la rivolta
volevano portare la gente verso una situazione pericolosissima e si
desiderava che accadesse il peggio, in questo modo sarebbe stato
possibile denigrare ancor di più Nicola II.
Si ha il massimo rispetto per ciò che esprime il popolo, ma spesso,
in quasi tutte le rivoluzioni, il popolo viene utilizzato. Il
ministro Stolypin aveva dimostrato in breve tempo e concretamente di
essere vicinissimo alla gente e al benessere dei lavoratori, se si
continuò a distruggere il suo operato mascherandosi da
rivoluzionari, ciò significa che chi manovrava quella rivolta non
era di sicuro dalla parte della gente, c'erano dei poteri economici
che volevano realizzare un nuovo ordine mondiale.
Abbastanza unici nel panorama internazionale, i Romanov non
conquistarono un Paese attraverso guerre o intrighi, ma vennero
eletti da un'assemblea popolare nel 1613. Gli elettori dovettero
insistere parecchio affinché la madre di Michail, un ragazzo di
sedici anni, non continuasse ad opporsi.
Boris Gudonov, intuendo che la grande forza spirituale dei Romanov
avrebbe potuto trasformarli in pericolosi avversari politici, li
fece rinchiudere nei Monasteri. Al momento dell'elezione madre e
figlio si trovavano nel Monastero Ipatiev. Il padre Filarete era in
un altro Monastero.
Siccome sono state tante le accuse nei confronti dei governanti
russi, si vuole far presente che le peggiori persecuzioni contro gli
ebrei non avvenero in Russia, ma nei Paesi europei. In Russia il
governo si adoperò in ogni modo per difenderli e proteggerli dalle
reazioni talvolta molto aggressive dei contadini locali.
Per la prima volta al mondo cominciarono ad essere approvate in
Russia delle leggi a favore dei lavoratori. L'orario di lavoro non
doveva superare le dieci ore giornaliere. Con il governo riformista
di Stolypin i contadini diventarono proprietari terrieri. Lo zar
stesso offrì 40 milioni di ettari delle sue proprietà.
Uno degli scopi che i poteri materialisti volevano raggiungere con
la prima guerra mondiale era l'indebolimento e la divisione della
Russia. Si doveva fermare un Paese che stava diventando così
prospero. Soprattutto non si voleva che Costantinopoli, e
probabilmente anche Antiochia e Gerusalemme, divenissero dei
protettorati ortodossi russi, come lo zar desiderava.
La lealtà dello zar fu ricambiata con molta slealtà. Anziché aiutare
la Nazione russa, molti Paesi aiutarono i bolscevichi.
La Canonizzazione dell'ultima famiglia Romanov esprime tutto quanto
abbiamo riportato in questo articolo. Nel 2000 lo zar e la sua
famiglia furono canonizzati dal Patriarca Alessio, come portatori di
passione della Chiesa ortodossa russa. Nicola II e i suoi congiunti
hanno interpretato il Cristianesimo fino al dono di sé come i primi
Santi Martiri, pertanto dovrebbero essere una fonte di ispirazione
per tutte le religioni cristiane.
Si ringrazia la Dott.ssa Daniela Asaro Romanoff per l'invio
ed il permesso alla pubblicazione di questo articolo.
Documento inserito il 01/02/2014 |